Un po' in ritardo pubblichiamo il report dell'ultimo incontro del gruppo. Quello che doveva essere lo scorso incontro, il 10 di dicembre, è saltato, togliendoci l'opportunità di salutarci prima delle vacanze natalizie! Ma tanto ci rivedremo molto presto...
Ecco il report (grazie Simone!), formato da una serie di interessanti considerazioni e pensieri fuoriusciti dal primo vero e proprio incontro tematico de quest'anno. Come già detto sui è deciso di discutere di rapporti interpersonali (soprattutto all'interno delle chiese) partendo dal concetto di perdono.
Buona lettura...
L’idea del perdonare si intreccia con il concetto di giustizia (…ciò che noi pensiamo sia giusto).
Punire qualcuno per una colpa è umano e anche la Bibbia è su questa linea (es. Caino).
In ebraico esiste un unico termine che indica colpa e punizione (AVON), quindi le punizione è la conseguenza della colpa. La punizione è il riportare l’equilibrio nelle cose.
La giustizia divina rispetta l’andamento delle cose. Di fronte alle colpe deve sempre pagare qualcuno, per noi ha pagato Gesù.
Noi siamo chiamati a perdonare perché siamo stati perdonati a nostra volta (Col. 3).
Dalla Bibbia ci arriva l’esplicita richiesta di sopportarci a vicenda, il che implica la coscienza del fatto che la convivenza non è sempre facile.
“Perdonatevi come Cristo vi ha perdonati”.
Perdonare va al di là della nostra mentalità, bisogna essere un uomo nuovo per poter perdonare.
Anche in una chiesa non si può dire “tu devi perdonare”, deve dirtelo Cristo, la Parola.
Per perdonare ci si deve mettere in gioco in due, non può essere unilaterale. Il perdono deve essere utile a cambiare entrambi. Il perdono non deve avvenire coinvolgendo tutta la comunità perché diventerebbe un processo.
Si deve rivolgersi all’altro da soli, al limite facendosi aiutare da qualcuno.
