sabato 17 gennaio 2009

Finalmente di ritorno!

Eccoci finalmente di ritorno dopo la lunga pausa natalizia!

Innanzitutto BUON ANNO!!! Come avevamo concordato le attività del gruppo si sono fermate in questo periodo, ma non ci si è persi di vista: Natale e altri importanti momenti di ritrovo hanno permesso di farci gli auguri di persona, poi finalmente sabato 10 gennaio sono riprese le attività con una lunga discussione sulla laicità dello stato. Inseriamo il verbale (o riassunto) della riunione dato che è in forma abbastanza discorsiva.




All’inizio dell’incontro si é parlato brevemente del motivo per cui si é deciso di affrontare il tema della laicitá dello Stato. In pratica, iniziando col macro-argomento “fede e politica” ci si é resi conto del fatto che era troppo imponente e che era necessario suddividerlo in sezioni piú circoscritte. Da qui la decisione di focalizzarsi sul problema della laicitá dello Stato.



A fronte di una breve ricerca sul tema sono stati individuati i 5 criteri che distinguono uno Stato laico. Per ogni criterio si é pensato di riflettere per vedere se l’Italia rientra o meno nella cerchia degli Stati laici.



I 5 criteri sono i seguenti:



1. la legittimità di uno Stato laico non è subalterna rispetto ad altri poteri, come istituzioni religiose o partiti politici; ad esempio, "lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani".

2. uno Stato laico rifugge da qualsiasi mitologia ufficiale, ideologia o religione di Stato;

3. uno Stato laico è imparziale rispetto alle differenti religioni e ideologie presenti al suo interno, e garantisce l’eguaglianza giuridica di tutti i cittadini, senza discriminarli sulla base delle loro convinzioni e fedi;

4. uno Stato laico riconosce e tutela i diritti di libertà di tutti i suoi cittadini: libertà di pensiero, di parola, di riunione, di associazione, di culto, ecc. compatibilmente con le proprie leggi e ordinamenti;

5. le leggi di uno Stato laico non devono essere ispirate a dogmi o altre pretese ideologiche di alcune correnti di pensiero, ma devono essere mosse dal fine di mantenere la giustizia, la sicurezza e la coesione sociale dei suoi cittadini.



Su ognuno dei punti sono state fatte delle riflessioni.



1. Emergono immediatamente dei dubbi sulla legittimitá e, soprattutto sul rispetto della legittimitá dello Stato. La nostra Costituzione disciplina in modo chiaro ed esaustivo il fatto che la legittimitá dello Stato italiano non é subalterna ad altri poteri, con particolare riferimento a quello della Chiesa cattolica. Il problema é che il contenitore legale (la Costituzione) spesso non viene considerato e/o rispettata. Si passa a ragionare su certe posizioni espresse dalla Lega Nord ricollegandosi al fatto il cittadino medio non si sente rappresentato dallo Stato e quindi ha uno scarso senso della legittimitá dello stesso.

Gli Italiani spesso non hanno senso civico. Da un lato, come cittadini, si aspettano o pretendono determinate cose, dall’altro tentano di “fregare” lo Stato ad ogni buona occasione se ritengono che venga leso un loro interesse.

Si chiude l’argomento con la considerazione che la legittimitá percepita dello Stato é bassa, ma, di fatto, non é subalterna, sulla carta, a nessun altro potere.



2. Su questo punto si parte dalla considerazione che non é possibile che uno Stato non abbia alla base una mitologia o una ideologia condivisa (si riporta come esempio l’anti-fascismo in Italia). Lo Stato quindi non dovrebbe “rifuggire” un’ideologia ma essere invece elastico e non ancorarsi ad un’ideologia in particolare.

Nella prosecuzione del discorso si lascia perdere l’aspetto della mitologia e si continua a concentrarsi sull’ideologia e sulla religione di Stato.

In Italia non é indicata una religione di Stato. Si portano gli esempi di altre nazioni lasciandosi con un’interrogativo. La Danimarca e l’Inghilterra hanno una religione di Stato, si possono definire Stati laici? Questo interrogativo é importante perché spesso, quando si parla di laicitá, si fa riferimento alle nazioni dell’Europa settentrionale come ad esempi a cui puntare.



3. Si comincia a riflettere sull’insegnamento della religione nelle scuole. Da un lato l’ora di religione non é obbligatoria, ma dall’altro gli insegnanti di religione sono scelti dalla Chiesa cattolica e pagati dallo Stato.

Si passa poi a riflettere sul quesito se l’Italia discrimini o meno in base all’appartenenza ad una fede religiosa. Vengono riportati alcuni esempi: nel caso di giorni di festa previsti da altre relgioni , questi tendono e non essere tutelati; alcuni precetti sanitari caratteristici dei Testimoni di Geova non vengono rispettati. Si passa poi a parlare del caso Englaro per dire che da un lato manca un impianto legislativo, dall’altro lo Stato ha deciso attraverso la Corte di Cassazione, ma che questa decisione non viene considerata.

In riferimento ad alcune pratiche generalmente non tollerate (infibulazione, poligamia, sottomissione della donna rispetto all’uomo) ci si chiede in base a quali principi si possa permettere alcune espressioni di culto ed altre no. Ci viene in mente la Carta Internazionale dei Diritti dell’Uomo, peró anche questa é stata redatta dall’Occidente sulla base di princípi cristiani.

Sul tema dell’eutanasia e del testamento biologico si sottolinea come nel momento in cui una scelta personale investe solo e solamente la sfera personale di un singolo, allora, in teoria, quel singolo divrebbe essere libero di scegliere.





Il tempo a disposizione è stato purtroppo insufficiente per toccare tutti i punti: beh, così sappiamo da dove partire la volta prossima!!!